La campagna del made in Italy nel mondo deve valere anche per il settore dell’Ortofrutta come scelta strategica del nostro Governo.
Contrastare le barriere fitosanitarie con l’approccio di chi è consapevole che questo tema viene sbandierato dai Paesi esteri più come scelta protezionistica di mercato che per reali problemi di difesa salutistica e ambientale visto che il rigore delle nostre leggi a tutela della salute dei consumatori e dell’ambiente non ha eguali nel mondo.
Per l’ortofrutta serve una cabina di regia nazionale e una maggiore aggregazione (specie nel Sud d’Italia si pensi alla Puglia) se vogliamo essere più incisivi e affrontare con maggiore forza la concorrenza europea (le pesche nettarine si sono attestate al terzo posto come import dalla Spagna in Italia in questo ultimo periodo).
Se è pur vero che un calo dei consumi nell’alimentare persiste da tanti anni, tanto che è diventato un vero e proprio refrain, tuttavia il settore dell’ortofrutta sta invertendo questa tendenza negativa tanto che i consumi di frutta e verdura nel 2016 (dal mese di gennaio a novembre), sono cresciuti del 2% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Cambiano profondamente gli scenari di acquisto rispetto all’inizio del millennio: nei canali commerciali di acquisto dell’Ortofrutta, dal 2000 al 2015 è cresciuto del 44% i volumi di acquisto totali della GDO, è calato invece il dettaglio tradizionale mentre è in crescita del 35% i volumi di acquisto su canali diversi (gas, farmer market, e-commerce, ecc).
Non a caso all’incontro bolognese ha partecipato il Vice Ministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero, insieme a Paolo De Castro, Coordinatore S&D Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale Parlamento Europeo (collegato in diretta Skype da Bruxelles), e a Simona Caselli, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna.
Le due principali relazioni sono state illustrate da Paolo Bruni, fondatore e Presidente CSO Italy, e da Elisa Macchi, Direttore generale CSO Italy).
Sono intervenuti anche Marco Salvi, Presidente Fruitimprese e Davide Vernocchi, Presidente ACI Settore Ortofrutticolo.
Di fronte ad una situazione non semplice ed ancora complessa il presidente e il direttore del CSO hanno rimarcato subito che “seppure timida, la ripresa nell’ ortofrutta c’è”, e il problema vero oggi è di vedere come intervenire per un vero e proprio rilancio duraturo, dopo aver fotografato le tendenze e studiate le prospettive di crescita.
La crescita, è stato affermato, arriva dopo il +8% segnato tra 2013 e 2015 quando i consumi si sono attestati su 8,1 miliardi di tonnellate. Una buona performance, che tuttavia non basta a compensare il tonfo di venti punti che tra 2000 e 2013 ha fatto scendere i consumi da 9,5 milioni di tonnellate a 7,6.
Per Paolo Bruni “i consumi sono in crescita seppur lievemente di fronte a cambiamenti profondi degli stili di vita alimentare delle persone che sono alla ricerca di salute e di benessere attraverso il cibo. L’ortofrutta nel 2016 ha scalzato la carne dalla posizione numero uno negli acquisti alimentari (anche se a me piace mangiare anche una bella bistecca, ha chiosato Bruni). Abbiamo un 8% di popolazione vegetariano (7,1%) o vegano (1%), secondo dati Eurispes.
A livello strategico, secondo il presidente di CSO Italy, oggi non basta più fare solo sistema, “occorre una vera e propria pressione di rappresentatività dell’ortofrutta in Europa che tuteli i produttori ma anche i consumatori che potranno trarre beneficio da una politica agricola europea che difenda i consumi di ortofrutta, la sostenibilità ambientale, l’abbassamento delle emissioni di C02. Occorre spingere l’acceleratore sui trattati di commercio mondiale – sottolinea il Presidente di CSO Italy – per ampliare i nostri mercati di sbocco. E’ prioritario privilegiare gli accordi in ambito UE e non per singolo Paese. In ogni caso diventa indispensabile un coordinamento europeo anche sostanziale. La Cina sarà fondamentale nei prossimi anni anche per l’ortofrutta e come CSO Italy abbiamo in corso un importante progetto europeo per promuovere l’export ortofrutticolo in quel Paese”.
Per il mercato interno è fondamentale il suo recuperare attraverso un’efficace comunicazione e promozione dei prodotti Made in Italy. Serve, oggi più che mai, una struttura tecnica in grado di fornire supporto operativo per tutti questi interventi e il CSO noi pensiamo sia lo strumento ideale”.
I dati diffusi da Elisa Macchi, direttore di CSO Italy
Ad illustrare nel dettaglio i consumi di ortofrutta e i principali indicatori economici del settore è stato il direttore di Cso Italy, Elisa Macchi, che in premessa ha sottolineato: “abbiamo urgente necessità, come settore ortofrutticolo, di informazioni corrette per elaborare le strategie di breve e lungo periodo. Il CSO possiede una banca dati unica in Italia supportata dalle informazioni dei Soci e questo patrimonio di conoscenza è strategico e fondamentale per individuare le più recenti tendenze del settore sia sul fronte della produzione che della commercializzazione”.
Oggi gli acquisti di ortofrutta si attestano su 8,1 milioni di tonnellate di cui 4,5 milioni di tonnellate di frutta e agrumi e 4,7 di verdura e ortaggi.
Crescono i consumi dei prodotti ad alto contenuto di innovazione (top performer: radicchi, insalate, mele, fragole, nettarine, meloni).
Le famiglie che acquistano più ortofrutta sono i single (261 kg/anno) e i bicomponenti (193 Kg/anno pro-capite).
Sul fronte delle esportazioni la crescita è costante con un +9% dal 2005 al 2015. Oggi l’Italia esporta 3,8 milioni di tonnellate di ortofrutta.
L’import si ferma invece a 2,9 milioni di tonnellate, peraltro segnando nei primi 9 mesi del 2016 un calo del 7% sullo stesso periodo del 2015. Questo assicura il risultato positivo della bilancia commerciale.
Paolo De Castro Coordinatore S&D Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale Parlamento Europeo in diretta video dopo aver salutato i numerosi e qualificati operatori dell’ortofrutta e della filiera ortofrutticola presenti all’incontro ha detto che “i prossimi mesi vedono all’ordine del giorno dell’agenda europea importanti dossier. Sul versante interno, modifiche e miglioramento mirati alla semplificazione potranno ottenersi con il regolamento omnibus e la riforma Pac post-2020. Per quanto riguarda invece il versante esterno, dopo il congelamento del TTIP, è stata data un’importante accelerata agli altri accordi commerciali. Il Ceta, l’accordo commerciale con il Canada, sarà ratificato dal parlamento europeo a febbraio ed è in dirittura d’arrivo anche l’accordo con il Giappone. Infine nei prossimi mesi si avvieranno i negoziati con l’Australia e la Nuova Zelanda. Tutti questi accordi si riferiscono a mercati importanti per gli sbocchi commerciali italiani: sta ora al nostro settore ortofrutticolo essere in grado di fare sistema per saper cogliere al meglio tutte queste opportunità“.
Marco Salvi Presidente di Fruitimprese ha sostenuto che “nonostante le numerose difficoltà l’export di ortofrutta continua a crescere e gli ultimi dati aggiornati al mese Settembre indicano un +5,8% in quantità ed un +4,5% in valore. E’ legittimo prevedere che il fatturato consuntivo del 2016 superi ampiamente il brillante risultato raggiunto nel 2015 di 4,5 miliardi di €. E’ un dato importante che non deve distogliere l’attenzione dai tanti problemi che assillano gli operatori: stagnazione dei consumi, competitività, embargo russo, instabilità politica nei paesi del bacino sud del Mediterraneo. Considerato che il mercato europeo è ormai saturo, diventa sempre più impellente allargare gli orizzonti e concentrare gli sforzi per l’apertura di nuovi mercati. Mi riferisco in particolare ai paesi del far east, dove il PIL continua a crescere in misura doppia o tripla rispetto all’Europa”.
Davide Vernocchi Presidente ACI Settore Ortofrutticolo nel suo intervento ha dichiarato che “alla luce delle dinamiche internazionali che hanno visto l’embargo russo, la Brexit, tutte le turbolenze politico-religiose che hanno coinvolto il Nord Africa e tutti i dubbi che emergono su quella che sarà la futura politica commerciale Americana, diventa ancora più impellente il rafforzamento del ruolo della Comunità Europea considerati gli incalcolabili danni economici che il comparto ha subito negli ultimi tempi. Serve più aggregazione produttiva e commerciale per vincere la sfida dei mercati; più ricerca e innovazione varietale; più promozione”.
Ha concluso i lavori il Vice Ministro per le Politiche Agricole Andrea Olivero che nel dare atto al CSO Italy di svolgere un ruolo importante e strategico a livello nazionale nel settore dell’ortofrutta ha annunciato la riconferma da parte del ministero per la Campagna Frutta e Verdura nelle Scuole e che “ci troviamo di fronte a nuove sfide, dai problemi dell’embargo russo alla Brexit, dalle nuove posizioni protezionistiche dell’era Trump al contrasto delle barriere fitosanitarie. Per questo è necessario maggiore aggregazione e il rilancio del Tavolo per l’internazionalizzazione dell’agroalimentare per accompagnare le strategie di crescita dell’ortofrutta, asse portante dell’agroalimentare Made in Italy“.
A questo link è possibile scaricare le presentazioni di Paolo Bruni ed Elisa Macchi